Quali sono le categorie catastali: l’elenco completo

Vuoi sapere a quale categoria catastale appartiene la casa che possiedi o che stai per comprare? Sei nel posto giusto. Tutti, presto o tardi, si trovano di fronte a questo dilemma, soprattutto quando è ora di pensare alle tasse da pagare.

In Italia le imposte vengono quantificate sulla base della rendita catastale, ossia l’utile che ogni immobile è in grado di produrre. Gli immobili, però, possono generare profitti molto differenti fra loro e, per comodità, sono stati suddivisi in gruppi chiamati appunto categorie catastali. Le informazioni sono fornite dall’Agenzia delle Entrate.

Oggi Casavo ti porta a scoprire meglio cosa rappresentano e quali sono quelle vigenti nel nostro Paese

Cosa sono le categorie catastali e le classi catastali

Le categorie catastali sono utilizzate per la classificazione degli immobili in base alla loro destinazione d’uso – ossia allo scopo per cui sono stati costruiti – e alla loro rendita.

A dirlo è l’art. 8 del Regio Decreto n. 625/1939, sul quale puoi leggere che: “Per la determinazione della rendita, le unità immobiliari di gruppi di comuni, comune o porzione di comune, sono distinte, a seconda delle loro condizioni estrinseche ed intrinseche, in categorie e ciascuna categoria in classi”.

Nella pratica, non sono altro che dei simboli composti da numeri e lettere. Per crearle sono state valutate tutte le caratteristiche dei principali immobili, i quali sono stati poi divisi in gruppi.

Conoscere a quale categoria appartiene un edificio non solo identifica a quale funzione è adibito, ma ti fornisce i dati principali di cui avrai bisogno durante il calcolo dell’IMU, ossia l’imposta applicata sugli immobili sia a uso domestico che a uso commerciale.

Elenco completo di tutte le categorie catastali

In Italia esistono 6 categorie catastali, ognuna contraddistinta da una lettera compresa tra A e F (il gruppo) e seguita da un numero (la classe).

Queste categorie sono registrate e gestite nel catasto.

GRUPPO/TIPO DI IMMOBILI A/B/CImmobili a destinazione ordinaria (es. case, scuole, attività commerciali), D Immobili a destinazione speciale (es. alberghi), E Immobili a destinazione particolare (es. aeroporti) F Entità urbane (es. lastrici solari).

Ogni gruppo è a sua volta diviso in sottocategorie in cui rientrano gli immobili con le stesse caratteristiche. Andiamo a spiegarle in modo più dettagliato.

Gruppo A

Nel primo gruppo rientrano gli immobili di uso più comune, a destinazione ordinaria; le abitazioni fanno parte di questa categoria. Eccone i dettagli:

A/1 Abitazioni di tipo signorile: si trovano in zone di pregio rispetto alle abitazioni residenziali e hanno finiture di grado elevato;

A/2 Abitazioni di tipo civile: la tipologia di residenza più frequente;

A/3 Abitazioni di tipo economico: sono costruite con materiali e finiture a costo minimo che presentano solo impianti indispensabili, hanno un prezzo e una rendita catastale molto bassi sul mercato;

A/4 Abitazioni di tipo popolare: sono realizzate con materiali ancor più economici degli A/3;

A/5 Abitazioni di tipo ultrapopolare: ormai cadute in disuso, sono prive di impianti e di servizi igienici;

A/6 Abitazioni di tipo rurale: strutture in uso per le attività agricole;

A/7 Abitazioni in villini: abitazioni singole, a schiera o a più piani con cortile privato, comune o uno spazio verde;

A/8 Abitazioni in ville: hanno rifiniture pregiate e una superficie ampia, dei parchi o dei grandi giardini;

A/9 Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici: immobili con un chiaro riferimento storico, che per volumi e struttura non possono rientrare nelle categorie precedenti;

A/10 Uffici e studi privati: immobili adibiti ad attività professionale;

A/11 Abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi: edifici che per la loro forma inusuale caratterizzano un determinato luogo, come le baite di montagna, i trulli di Alberobello o i Sassi di Matera.

Tutte le abitazioni private, di qualunque tipologia esse siano, rientrano in questo raggruppamento. Informazioni dettagliate su queste categorie possono essere ottenute attraverso una visura catastale.

Gruppo B

Nel secondo gruppo troviamo altri immobili a destinazione ordinaria che però non si riferiscono più alla funzione residenziale bensì a quella pubblica. Ecco quali:

B/1 Collegi e convitti, educandati, ricoveri, orfanotrofi, ospizi, conventi, seminari, caserme: edifici adibiti all’assistenza di religiosi e indigenti;

B/2 Case di cura e ospedali senza fini di lucro: immobili in cui l’assistenza dei malati non ha scopi economici;

B/3 Prigioni e riformatori: sono destinati alla reclusione;

B/4 Uffici pubblici: uffici in cui hanno sede istituti nazionali;

B/5 Scuole e laboratori scientifici: utilizzati per l’istruzione e per favorire la ricerca scientifica;

B/6 Biblioteche, pinacoteche, musei, gallerie, accademie (che non hanno sede in edifici della categoria A/9), circoli ricreativi e culturali, attività similari senza fini di lucro: strutture a sfondo culturale;

B/7 Cappelle e oratori non destinati all’esercizio pubblico del culto: immobili destinati all’esercizio di culti religiosi;

B/8 Magazzini sotterranei per depositi di derrate: adibiti al deposito di scorte.

Nella categoria rientrano quindi tutti gli immobili che, grazie allo scopo per cui sono stati creati, svolgono un’importante funzione per la collettività. Questi edifici sono registrati nel catasto dei fabbricati.

Gruppo C

Eccoci arrivati all’ultimo gruppo degli immobili a destinazione ordinaria, all’interno del quale sono compresi i seguenti stabili con funzioni commerciali:

C/1 Negozi e botteghe: immobili con attività commerciali nelle quali vengono venduti prodotti;

C/2 Magazzini e locali di deposito: utilizzati per il collocamento di merci o lo sgombero;

C/3 Laboratori per arti e mestieri: adibiti allo svolgimento di professioni artigianali;

C/4 Fabbricati e locali per esercizi sportivi senza fini di lucro: locali privati per l’esercizio di attività fisica;

C/5 Stabilimenti balneari e di acque curative senza fini di lucro: impianti privati per la balneazione;

C/6 Stalle, scuderie, rimesse, autorimesse: box per animali, box per auto e garage;

C/7 Tettoie chiuse o aperte: tettoie e gazebi.

In questo gruppo, oltre ai negozi, sono stati compresi gli edifici e i fabbricati in cui viene svolta un’attività senza scopo di lucro. Tutte quelle con fini lucrativi rientrano invece nella prossima categoria.

Il processo di classamento interno di queste proprietà commerciali viene eseguito dall’algoritmo interno al software dell’Agenzia delle Entrate, che confronta i dati indicati nei modelli 1N parte I e II della procedura DOCFA con quelli presenti nelle tabelle parametriche realizzate dall’Ufficio del Catasto.

Gruppo D

Con questo gruppo iniziamo a conoscere gli immobili a destinazione speciale. Appartengono a questa categoria, fra gli altri, quelli con funzioni industriali:

D/1 Opifici: fabbriche e capannoni dove si lavorano le materie prime;

D/2 Alberghi e pensioni a fini di lucro: strutture ricettive in cui gli ospiti soggiornano a pagamento;

D/3 Teatri, cinematografi, sale per concerti e spettacoli a fini di lucro: destinati a esibizioni artistiche;

D/4 Case di cura e ospedali a fini di lucro: cliniche, ospedali e case di cura privati;

D/5 Istituti di credito, cambio e assicurazione a fini di lucro: banche, istituti di credito e assicurazioni privati;

D/6 Fabbricati e locali per esercizi sportivi a fini di lucro: locali in cui gli sportivi svolgono attività fisica a pagamento;

D/7 Fabbricati costruiti o adattati a speciali esigenze di attività industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni: strutture ad un unico uso come, ad esempio, i benzinai;

D/8 Fabbricati costruiti o adattati a speciali esigenze di un’attività commerciale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni: centri commerciali;

D/9 Edifici galleggianti o sospesi assicurati a punti fissi del suolo, ponti privati soggetti a pedaggio: non hanno un uso proprio;

D/10 Fabbricati per funzioni produttive connesse ad attività agricole: vecchi edifici rurali.

Cos’hanno tutti in comune? Il risvolto economico dell’attività per cui sono stati costruiti. La differenza tra queste categorie risiede nella destinazione d’uso specifica e nel livello di produttività, che influenzano la rendita catastale.

Gruppo E

Gli immobili a destinazione particolare non sono terminati; tra essi troviamo anche gli stabili a funzione collettiva:

– E/1 Stazioni per servizi di trasporto, terrestri, marittimi e aerei: stazioni ferroviarie, porti e aeroporti;

– E/2 Ponti comunali e provinciali soggetti a pedaggio: ponti pubblici per il cui passaggio deve essere pagata una tariffa;

– E/3 Costruzioni e fabbricati per speciali esigenze pubbliche: strutture che contengono, per esempio, le edicole;

– E/4 Recinti chiusi per speciali esigenze pubbliche: aree chiuse per lo svolgimento di attività pubbliche come il mercato cittadino;

 E/5 Fabbricati costituenti fortificazioni e le loro dipendenze: le fortificazioni sono esenti da IMU;

– E/6 Fari, semafori, torri per l’orologio comunale a uso pubblico: le strutture di uso collettivo sono esenti da IMU;

– E/7 Fabbricati destinati all’esercizio pubblico dei culti: edifici come chiese e cattedrali;

– E/8 Fabbricati e costruzioni nei cimiteri, esclusi i colombari, i sepolcri e le tombe di famiglia: sono esenti anch’essi da IMU;

– E/9 Edifici a destinazione particolare non compresi nelle categorie precedenti dello stesso gruppo: tutto ciò che non rientra nelle categorie precedenti come, per esempio, gli acquedotti o le discariche.

Questo gruppo unisce strutture molto particolari, non solo immobili, che ricoprono un’importante funzione all’interno della società. Queste proprietà sono distribuite in modo variegato su tutto il territorio italiano, riflettendo la diversità geografica e funzionale delle zone censuarie.

Gruppo F e visura catastale

L’ultimo gruppo è quello delle entità urbane dove vengono raggruppate unità immobiliari con particolari caratteristiche e i beni strumentali al loro utilizzo. Vediamoli insieme:

– F/1 Area urbana: area al piano terra di fabbricati accatastati all’urbano;

– F/2 Unità collabenti: come stabili fatiscenti e ruderi;

– F/3 Unità in corso di costruzione: unità la cui costruzione non è ancora terminata;

– F/4 Unità in corso di definizione: immobili la cui destinazione d’uso non è ancora stata stabilita;

– F/5 Lastrici solari: terrazze o aree sopra agli immobili;

– F/6 Fabbricati in attesa di dichiarazione: fabbricato per cui non è ancora stata presentata domanda di accatastamento;

– F/7 Infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione: strutture utilizzate per le reti pubbliche.

Ora sai quali sono le categorie catastali in Italia e puoi individuare a quale delle tante appartiene l’immobile che possiedi, o che stai per acquistare. Sulla nostra piattaforma di annunci immobiliari trovi tantissime soluzioni adatte anche ai gusti più particolari. Cerca subito l’immobile giusto per te!

Le informazioni disponibili per queste entità urbane includono dati catastali come la superficie dell’immobile, le particelle iscritte al Catasto dei Terreni e ai beni censiti al Catasto dei Fabbricati, e l’accesso ai dati pubblici contenuti in una visura catastale.


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