Come vendere un immobile di proprietà del condominio

Vivere in un palazzina popolosa offre innumerevoli vantaggi, come la possibilità di alleggerire le spese condividendo intere aree e locali adibiti ai più svariati servizi. Negli anni, però, alcuni di essi potrebbero diventare obsoleti. E cosa succede quando queste zone condivise smettono di essere sfruttate? Se vuoi scongiurare un danno economico venderle diventa un’opzione interessante, ma prima di tutto devi comprendere come funziona l’alienazione delle parti comuni del condominio.

Si tratta di situazioni quasi all’ordine del giorno, anche perché le aree condivise – così come stabilito dall’articolo 1117 del Codice Civile – sono molte più di quante potresti immaginare:

  • le strutture essenziali dell’edificio, come le fondamenta o i muri portanti;
  • i locali comuni, come parcheggi, ambienti dedicati alla lavanderia e portinerie;
  • i servizi condivisi, cioè le fognature, gli impianti idrici e persino l’ascensore.

Per evitare di incorrere in qualche penalità e compromettere una buona vendita non puoi improvvisare: devi seguire le procedure corrette. Se non hai idea di dove iniziare, ci pensiamo noi di Casavo: ecco per te una semplice guida sull’alienazione delle parti comuni in un condominio.

Quando è possibile vendere una proprietà condominiale

Il requisito per vendere una proprietà del condominio è uno, e molto semplice: il voto unanime dei proprietari durante l’assemblea condominiale. È sufficiente anche un solo parere contrario, infatti, per annullare la possibilità di una compravendita.

La motivazione è presto detta: tutti i condomini sono proprietari delle aree in comune in misura uguale. Nonostante questi spazi vengano formalmente suddivisi in piccole parti, le quote millesimali sono in realtà ideali e indivisibili. Di conseguenza nessuno può decidere di vendere in autonomia una singola quota e cedere la propria parte senza il consenso degli altri proprietari.

Neppure un amministratore di condominio può decidere in libertà per l’alienazione di una parte comune del condominio e forzare la situazione. Così, senza una mediazione fra le parti, si rischia spesso di abbandonare intere aree di un palazzo e deprezzare il valore dell’immobile.

Quando è possibile mettere in affitto una proprietà condominiale

Quando invece parliamo di locazione, raggiungere un accordo diventa decisamente più semplice. Affittare una parte comune del condominio porta con sé molti vantaggi, dal risparmio dei costi collettivi alla valorizzazione di locali magari abbandonati. Una portineria in disuso, una piccola guardiola e anche un terrazzo condiviso rappresentano delle opportunità economiche da non farsi sfuggire.

Dal punto di vista formale non c’è molta differenza rispetto alla vendita. Infatti quando si tratta di alienazione delle parti comuni di un condominio contano solo due aspetti: le quote millesimali e la votazione dell’assemblea degli inquilini. Tuttavia nel caso dell’affitto è sufficiente la maggioranza semplice dei proprietari – cioè circa un terzo – a patto che la durata della locazione non superi i nove anni. Per tutti gli immobili con contratti più estesi, invece, gli interessati devono per forza essere d’accordo all’unanimità.

Ora che hai chiaro come rivalutare una frazione di un condominio, scopri quanto può essere semplice venderla. Decidi se proporla a noi di Casavo o sfruttare la nostra piattaforma annunci: risparmierai tempo ed energie in ogni caso!


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